Storie di font: Barlow e la libertà digitale – Pezzilli & Company

Storie di font: Barlow e la libertà digitale

Graphic Design

Storie di font: Barlow e la libertà digitale

Un font ispirato alla California

Quanto è lunga una super strada in California?  Parecchio. Nonostante questo, sono ideali per i viaggi in auto, perché possono essere percorse in tempi molto rapidi, per quanto sembrino infinite: così, sono entrate nell’immaginario “on the road” la Route 66 o la più celebre Interstate 80 che attraversa gli Stati Uniti d’America.  

Persino la segnaletica è caratterizzante: proprio per l’estensione dei tratti autostradali, i cartelli utilizzano un font ad alta visibilità dalla lunga distanza. Proprio quei tratti furono d’ispirazione nella creazione di Barlow, la famiglia di caratteri grotteschi leggermente arrotondati e a basso contrasto, disegnata da Jeremy Tribby nel 2007. Ispirandosi allo stile visivo della popolazione californiana, Barlow è ideale per le targhe automobilistiche, degli autobus e dei treni dello Stato, e per i cartelli autostradali appunto. 

L’omaggio all’attivista Barlow

Il paesaggio californiano era ben presente nella mente del suo creatore: quando Jeremy Tribby ne ideò i caratteri, lavorava come ingegnere presso la Electronic Frontier Foundation, un’organizzazione no-profit che si batte per la privacy e la libertà nel mondo digitale, fondata tra gli altri dallo scienziato informatico John Gilmore. Tribby cercava una opzione open source del carattere insieme al collega Hugh D’Antrade, direttore artistico della EFF, con il quale condivideva un’affinità per i font derivati dalla griglia DIN Engschrift.  

L’idea prese corpo man mano, ispirata anche nel design, e infine Tribby battezzò la sua creazione “Barlow”, come John Perry Barlow, cofondatore della EFF, cantautore e allevatore, in omaggio al suo operato di attivista. Quest’ultimo aveva contribuito, infatti, alla stesura della Dichiarazione di indipendenza del cyberspazio del 1996, presentata a Davos durante il World Economic Forum. Il documento decretava che Internet non rientrava nei confini di nessun Paese e di conseguenza, non dovevano essere applicate leggi da parte dei governi che ne limitassero l’utilizzo. 

Libertà digitale

Tutte queste suggestioni si palesarano definitivamente nel fatidico incontro tra Tribby, Hugh, Gilmore, Barlow e il suo designer Alden. Riuniti attorno allo stesso tavolo – racconta lo stesso Tribby – iniziarono a discutere le implicazioni politiche della diffusione di un font nel mondo, parlando in particolare di licenze, raccolta dei dati, della distribuzione dei contenuti online e la loro vita su Internet. Come spesso accade, i progetti innovativi nascono dallo scambio libero di idee fra personalità creative e appassionate.