#SuperBowl: evento sportivo o spettacolo di intrattenimento? – Pezzilli & Company

#SuperBowl: evento sportivo o spettacolo di intrattenimento?

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#SuperBowl: evento sportivo o spettacolo di intrattenimento?

Il giorno del Super Bowl è arrivato, giunto alla sua 56esima edizione, ha raggiunto, anche quest’anno, una risonanza mediatica sorprendente.

Gli Stati Uniti d’America si sono fermati per la finale del football americano NFL. A scendere in campo al SoFi Stadium di Inglewood (California) sono stati i Los Angeles Rams contro i Cincinnati Bengals.

La partita si è conclusa con la vittoria in casa per 23 -20 dei Rams.

Super Bowl, una vetrina per comunicare

Il Super Bowl non è solo l’evento più importante per gli appassionati di football, ma anche a livello pubblicitario, per i brand.

La partita si stima abbia superato i 100 milioni di spettatori, solamente in America, raggiungendo un grande risultato rispetto al 2021, dove il numero di spettatori si era fermato a 96,4 milioni con un sensibile calo rispetto ai 102 milioni del 2020. (fonte Ilsole24ore)

Per i brand la competizione rappresenta una grande opportunità per aumentare la propria visibilità: per questo l’impegno nel realizzare spot sensazionali con budget elevati e testimonial famosissimi.

I costi superano ogni altro evento televisivo al mondo, basti pensare che ogni spazio pubblicitario di 30 secondi è costato circa 6,5 milioni di dollari (pari a 190.000 euro al secondo). Nonostante la spesa elevata, il palinsesto pubblicitario NBC è andato sold-out da mesi e i brand hanno lavorato duramente per presentarsi alla “gara” con la migliore creatività possibile.

Di seguito alcuni degli spot che hanno attirato la nostra attenzione, sia per la creatività, sia per il messaggio comunicato:

Google Pixel

Un brand immancabile al Super Bowl è Google che ha scelto di presentare il nuovo aggiornamento della modalità ritratto “real tone” del suo nuovo smartphone Google Pixel 6.

Lo spot si impegna ad affrontare un tema sociale di grande interesse pubblico: tutti hanno il diritto di essere fotografati come realmente sono e i dispositivi che usiamo devono essere in grado di catturare la bellezza di ognuno di noi.

Uber eats

Uber eats propone uno spot, molto divertente, leggero e pieno di celebrietes, dal titolo Get your Uber Eats and Uber Don’t Eats. L’adevertising ha alla base un insight molto semplice: Uber eats ha tutto, ma non tutto quello che porta è commestibile. Crediamo che giocare sul nome del servizio, in questo caso, abbia funzionato alla grande.

Turkish Airlines

Tornata al Super Bowl dopo l’assenza dell’anno passato, la compagnia di bandiera turca celebra l’occasione con il timbro vocale inconfondibile di Morgan Freeman. Turkish Airlines, vuole comunicare il suo impegno nel collegare e avvicinare più continenti diversi.

Coinbase

Uno spot molto differente dagli altri è stato quello di Coin Base: Less talk, more Bitcoin. Nessun attore pagato, nessuna scenografia e nessuna trama, sono stati utilizzati per confezionare l’adv. L’annuncio presentava un codice QR che viaggiava libero sullo schermo con un movimento ipnotico invogliando i telespettatori alla scansione con il proprio smartphone e permetteva di ottenere 15 euro di Bitcoin. Una trovata originale, seppur controversa, che h portato tanto hype quanto il crash dell’app.

Secondo gli esperti gli spot, quest’anno, sono un inno al desiderio di lasciarsi alle spalle il Covid, con umorismo e speranza e un invito a tornare a divertirsi. “Il Super Bowl riflette le tendenze del paese”, ha spiegato a Bloomberg Tim Calkins, professore di marketing alla Northwestern University. “Se vuoi vedere il sentimento del paese in un determinato momento, guarda il Super Bowl”. (fonte PrimaOnline).

Super Bowl, un’esperienza immersiva

In un mondo dove le persone cambiano canale per evitare la pubblicità in televisione, gli spot del Super Bowl hanno rovesciato questa dinamica, diventando per molti spettatori l’attrazione principale.

Ma oltre agli spot televisivi, i brand possiedono ora una grande opportunità, grazie alle abitudini multi-schermo dello spettatore sportivo odierno.

Secondo dati Facebook, il trend della visione multi-schermo ha raggiunto una portata enorme:

  • Il 94% delle persone tiene con sé lo smartphone mentre guarda la TV
  • La prima ragione per cui si usa lo smartphone durante la visione è controllare i social
  • Ci sono picchi di accessi a Facebook tra gli spettatori TV durante le pubblicità (fonte adglow)

I dati ci parlano di audience con lo smartphone in mano, con il laptop sulle ginocchia o con il tablet accanto. Sono audience always on, sempre potenzialmente connesse con il mondo esterno, anche per condividere il piacere di guardare la tv. In secondo luogo, il multiscreening e la progressiva ibridazione tra TV e web agiscono sulla vita digitale del contenuto televisivo, che circola dentro e fuori dagli schermi spinto dall’engagement delle audience. Una parola chiave delle nuove esperienze di consumo televisivo è, quindi, circolazione: da uno schermo ad un altro, da una piattaforma ad un’altra da una pratica ad un’altra i contenuti TV non hanno confini di spazio e di tempo.

I brand, cavalcando questa tendenza, possono sfruttare l’opportunità offerta da questo coinvolgimento per diventare parte dell’esperienza. Sincronizzando l’adv sui social con azioni in campo e spot televisivi, gli inserzionisti possono trarre il massimo dall’atmosfera creata dalla partita, e ottenere risultati eccellenti.

Parte attiva dello show sono tutte le principali piattaforme social che aiutano i brand nel coinvolgimento dei fan.

Tra i social network, quello che riscuote maggior successo è sicuramente Twitter, il posto perfetto per discutere e documentare gli eventi in tempo reale come dimostra la ripartizione per tipi di media della parola Superbowl.

Gli Hashtag legati a questa competizione, come #superbowl #Patriots #NFL,hanno raggiunto il 74,7% di popolarità (comparato con il 64% di un mese prima) (fonte Hashtagify).

I contenuti che presentano #superbowl raggiungono una portata superiore a 2 milioni. Personalità come Lady Gaga e Donald Trump jr. con i loro tweet hanno raggiunto i livelli più alti di engagement. (fonte Talkwalker)

Da questa word cloud si evidenzia l’utilizzo di un altro hashtag legato all’atteso momento di intrattenimento dell’Half time, lo show di metà partita, che ha visto esibirsi dei mostri sacri del rap statunitense come Eminem, Snopp Dogg, Mary J. Blige, Dr. Dre e Kendrick Lamare. Per il terzo anno consecutivo lo sponsor di questo attesissimo momento è stato Pepsi che con l’hashtag #PepsiHalftime ha annunciato l’evento sui canali ufficiali della NFL.

Il video in questione, della durata di tre minuti, probabilmente ha lo stesso budget di molti film al cinema questa settimana. In una serie di sequenze ambientate in luoghi diversi degli Stati Uniti si vedono i futuri protagonisti dell’Halftime Show ricevere la convocazione e muoversi verso lo stadio con qualsiasi mezzo possibile.

Per incentivare maggiormente gli utenti all’utilizzo di Twitter si è pensato di condividere alcuni tweet selezionati, direttamente sullo schermo a led presente sul tetto del SoFi Stadium.

Dall’analisi dello spettacolo del Super Bowl ci è affiorato in mente, un fenomeno dalle origini lontane, sviluppato dal sociologo Codeluppi: la vetrinizzazione, il cui obiettivo è sedurre e proporre una messa in scena teatrale in cui i prodotti parlino in modo ammiccante direttamente al passante. Ancora una volta lo spettacolo Americano più atteso dell’anno, si conferma l’evento perfetto, per i brand, per sottolineare il proprio ruolo nel panorama pubblicitario, per generare word of mouth e sorprendere ogni anno di più.